martedì 13 giugno 2017

Berna progetta più grande sistema noleggio bici della Svizzera

La città di Berna continua la sua strategia "pro-biciclette". Da maggio 2018 avvierà il più grande sistema di noleggio bici della Svizzera che comprenderà 200 stazioni e 2400 mezzi. Per far spazio alle due ruote dovranno essere cancellati 97 parcheggi.
La città mette a disposizione il terreno pubblico, mentre l'esecutivo chiede al parlamento comunale investimenti per complessivamente circa due milioni di franchi.
Con questo sistema si creerebbero opportunità di impiego per disoccupati di lunga durata e profughi, si legge in un comunicato odierno. Inoltre per far posto alle stazioni di noleggio bici, devono essere tolti 97 parcheggi per auto, di cui 14 a pagamento. Ciò dovrebbe provocare un ammanco annuo di circa 24'000 franchi.
Gli utilizzatori del sistema di noleggio bici potranno riservare via app e il costo va da 3 franchi per mezzora fino a 40 franchi per 24 ore.
Con questo progetto la città di Berna vuole incrementare la quota di ciclisti dall'11% attuale a circa il 20% entro il 2030.
SDA-ATS

lunedì 7 novembre 2016

Evento "La Ciclabile Urbana"

Quando: 16 novembre 2016, ore 16,

Dove: Palazzo Nuova Borsa, Genova

Chi: promosso dall’Associazione Dottori Commercialisti Liguria e Confprofessioni Liguria.

Cosa:  Verrà presentata una ipotesi di realizzazione di una pista ciclabile da Piazza Vittorio Veneto a Boccadasse.

L'incontro è aperto a tutta la Cittadinanza.

E' consigliata l'iscrizione sul sito www.adcliguria.it  alla Sezione
"Formazione/Eventi futuri/Leggi tutto/Vai alla scheda d’iscrizione"

martedì 2 agosto 2016

Muoversi in bici a Genova

Muoversi in bici a Genova è teoricamente possibile, anche se ancora troppo pericoloso.
Recentemente nella nostra città sono sorte numerose iniziative volte a promuovere la mobilità urbana sulle due ruote a pedali. Il Comune ha messo a disposizione bici elettriche a pedalata assistita e qualche spezzone di pista ciclabile. Tuttavia, ancora molto si può fare e si deve fare per favorire l'utilizzo della bici in città. In questo blog vogliamo raccogliere suggerimenti e presentare ipotesi realizzative concrete, al fine di favorire e rendere effettivamente possibile l'impiego della bici per spostarci quotidianamente (e soprattutto senza pericoli) nel bellissimo contesto urbano di Genova.

Per iniziare, nei prossimi post propongo quelle che per me sarebbero le tratte cittadine trasformabili in ciclabili con un minimo impegno di risorse finanziarie. Si accettano contributi (di idee) da chiunque gradisca aderire a questa iniziativa.

Quando molti desiderano una stessa cosa, ci sono buone possibilità che essa diventi realtà.

Agostino , 26 luglio 2009

giovedì 5 luglio 2012

#Salvaiciclisti: “Stop ai divieti: bici nelle metro di tutta Italia”
Fonte : ilfattoquotidiano.it

lunedì 23 aprile 2012

PISTE CICLABILI IN CITTA' - L'ESEMPIO VINCENTE DELL'OLANDA

lunedì 27 febbraio 2012

Ciclisti, il manifesto per la sicurezza diventa un ddl pronto alla discussione in Parlamento Fonte : ilfattoquotidiano, 27 febbraio 2012
L'iniziativa del movimento Salvaiciclisti ha raccolto migliaia di adesioni in Rete ed è diventata una proposta di disegno di legge in Parlamento. Il pressing è partito dal web rilanciando la proposta lanciata dal quotidiano inglese Times: dopo solo 15 giorni di campagna il gruppo facebook ha superato quota 6.500 adesioni e i politici più sensibili al tema hanno già drizzato le orecchie. Tra loro anche il consigliere regionale lombardo Giulio Cavalli che alla proposta ha dedicato un post del suo blog su questo sito. La scorsa settimana un gruppo di rappresentanti del movimento d’opinione che ha alzato i riflettori sul problema della mancanza di sicurezza che i ciclisti patiscono in Italia, ha incontrato il senatore Pd ed ex presidente di Legambiente Francesco Ferrante. Con lui hanno cercato di capire quali fossero i passi da compiere per arrivare alla presentazione di una proposta di legge in materia di sostengo alla ciclabilità, che secondo i promotori è urgente, “visto che in 10 anni in Italia sono state 2.556 le vittime su due ruote, più del doppio di quelle del Regno Unito”. Nell’arco di pochi giorni, il 17 febbraio, è stato depositato il ddl “Interventi per lo sviluppo e la tutela della mobilità ciclistica”, con la firma bipartisan di 61 senatori. “Questo disegno di legge ha lo scopo di recepire nella nostra legislazione le richieste formulate nell’appello “Salviamo i ciclisti”. In sostanza si vuole intervenire per fermare il drammatico numero di incidenti, spesso mortali, del quale sono testimoni le strade delle nostre città”. Si legge proprio nel testo che introduce gli 11 articoli del ddl: “L’approvazione di questo disegno di legge, a costo zero per le casse dello Stato, vorrebbe dire che anche in Italia si vuole favorire la cultura del rispetto delle regole della circolazione stradale, dando maggiore tutela e sicurezza a chi utilizza la mobilità ciclistica, in modo anche di favorirne la sempre maggiore diffusione. Inoltre sarebbe anche un contributo a ridurre, ove possibile, la quota di spostamenti su auto privata a vantaggio di un sistema di mobilità che porterebbe innegabili vantaggi da diversi punti di vista, quali solo ad esempi esplicativi quelli ambientali e trasportistici”. Nel testo sono inseriti tutti i punti proposti dal movimento Salvaiciclisti, mutuati dalla campagna lanciata dal Times lo scorso 2 febbraio e adattati alla situazione italiana: 1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote. 2. I 500 incroci più pericolosi del Paese devono essere individuati, ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato. 3. Dovrà essere condotta un’indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti. 4. Il 2% del budget dell’ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione. 5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida. 6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili. 7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays 8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme. Un primo passo, certo, ma è anche vero che in Italia le leggi rischiano di restare totalmente o parzialmente inapplicate, è il caso della legge 366 del 98, che stabiliva delle “norme per il finanziamento della mobilità ciclistica” imponendo alle regioni di redigere dei piani appositi ed istituendo un fondo per la realizzazione di infrastrutture legate al mondo della ciclabilità. Una norma che dopo aver compiuto i primi passi tra il 1999 e il 2000, sembra essere caduta nel dimenticatoio, tanto da rendere urgente l’assunzione di un nuovo impegno da parte delle istituzioni. La presentazione del disegno di legge è stata accolta dai promotori dell’iniziativa come un grande successo: “Per la prima volta nella storia italiana – spiega Paolo Pinzuti, autore del blog Piciclisti e anima del movimento -, un’iniziativa popolare è approdata in Parlamento senza il sostegno di partiti, personaggi illustri o giornali, ma semplicemente attraverso una valida strategia di guerriglia mediatica e il tam tam sul web e, per giunta, in soli 10 giorni”. Salvaiciclisti adesso guarda ai comuni: “Chiunque conosca anche solo un poco l’Italia sa bene che non è la mancanza di leggi che rovina il Paese, ma la mancata attuazione di quelle che abbiamo. Il nemico da combattere per noi non è l’automobilista, ma il lassismo di chi permette che sulle strade italiane avvengano così tante infrazioni e che queste rimangano impunite. Salvaiciclisti non è un’azione corporativista che vuole difendere una categoria a scapito di un’altra. Salvaiciclisti è soprattutto un segnale che proviene da tutti coloro che sono disposti a rimboccarsi le maniche e a dedicare il proprio tempo libero per il miglioramento della qualità della vita di tutti. E siamo straordinariamente tanti”.

lunedì 7 novembre 2011

Piste ciclabili fantasma a Milano

fonte radicalinbici